L’input è giunto dal Regno Unito che, negli ultimi mesi, ha visto la propria industria siderurgica in gravissime difficoltà e con migliaia di posti di lavoro a rischio. Dall’allarme lanciato da Londra è scaturita la riunione straordinaria dei ministri dei 28 paesi dell’Ue, convocata d’urgenza dalla presidenza lussemburghese di turno dell’Ue. Un incontro dal quale, sebbene non siano stati definiti interventi o tempistiche, i principali player dell’acciaio continentale hanno chiesto a gran voce l’istituzione di dazi anti – dumping, una maggiore attenzione al mercato e un secco «no» alla concessione dello status di economia di mercato al paese del Dragone. Secondo quanto riferito, la Commissione avrebbe espresso una parziale apertura alle richieste dei big presenti, e, alla luce di quanto riferito dall’Ansa, il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen, pur «non promettendo» niente, ha dato la sua disponibilità a vedere cosa si può fare per accelerare i tempi sulle misure commerciali difensive.
In attesa di comprendere come e se l’Europa deciderà di intervenire nei confronti dell’acciaio cinese, un altro paese alza la voce sulla questione. Il ministro dell’Economia francese, Emmanuel Macron, ha affermato con forza ai giornalisti durante una visita in un impianto siderurgico: «I cinesi vendono in perdita e noi non continueremo ad accettare questa situazione. – riferisce a BMF TV – Il mercato libero ha delle regole e noi siamo stati troppo lassisti. Siamo nel bel mezzo di una battaglia contro il dumping cinese e il livello giusto per la mobilitazione è quello europeo».
Attualmente le istituzioni italiane non si sono espresse direttamente in materia, non rendendo chiara la posizione che il governo intende perseguire.
Fonte: Siderweb