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BIE 2023 per Bergamo Brescia Capitale della Cultura.

BIE 2023 ripercorre la storia della cultura industriale bresciana in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura.

Scopri le iniziative in calendario il 18-19-20 Maggio 2023 al Centro Fiera di Montichiari dedicate alla cultura industriale bresciana, che rende unico il nostro territorio.

BIE per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023

Anche la meccanica si attiva per Bergamo Brescia Capitale della Cultura grazie a BIE 2023. Nei giorni della fiera delle lavorazioni e tecnologie dei metalli il 18-19-20 Maggio 2023 al Centro Fiera Montichiari, gli organizzatori hanno deciso di dare vita ad una singolarissima mostra e ad attività speciali per ripercorrere quella che è parte fondamentale della cultura del nostro territorio: la storia dell’industria bresciana.

L’iniziativa è aperta anche ai tour delle scuole e degli istituti tecnici.

TUTTE LE INIZIATIVE BIE PER BERGAMO BRESCIA CAPITALE DELLA CULTURA 2023

In collaborazione con Fondazione Negri:

  • Mostra La cultura dell’industria bresciana”
  • Conferenza con il giornalista Marcello Zane, Sabato 20 Maggio ore 11.00
  • Possibilità di entrare in contatto con la Fondazione per le aziende che disponendo di materiale d’archivio vogliono ricostruire la propria storia.

Inoltre, esposizione di automezzi e macchinari storici:

  • Il Tigre di OM
  • OM 665 SSMM
  • La macchina a tre mandrini Portacenter
  • Tornio parallelo Berardi
  • Il suono automatico delle campane di Dan De Antoni
  • La macchina transfer automatica Picchi
  • Pressa Maicopresse HP2

Scopri di seguito tutti i dettagli!

Le iniziative in collaborazione con Fondazione Negri

Diverse saranno le iniziative messe in campo grazie alla collaborazione con la Fondazione Negri, che quest’anno festeggia i 30 anni, e che con oltre 100.000 immagini storiche copre un arco di oltre 120 anni relativi alla storia della nostra industria, “per vedere da vicino un’epoca del passato che appartiene al nostro presente”.

  • Mostra “La cultura dell’industria bresciana”, percorso fotografico attraverso la storia dell’industria del nostro territorio: 10 pannelli in grande formato con una selezione di una settantina tra le più belle immagini dell’archivio della Fondazione su diversi temi – come automotive, fonderie e acciaierie, industria meccanica, chimica, armiera, argroalimentare, design, esposizioni e saloni – accompagnati dagli approfondimenti del giornalista Marcello Zane;
  • Conferenza con il giornalista Marcello Zane;
  • Possibilità di entrare in contatto con la Fondazione nei giorni della fiera per tutte quelle aziende che dispongono di materiale storico o un archivio aziendale per poter ricostruire e valorizzare la propria storia.

Al termine della manifestazione, inoltre, la mostra diverrà itinerante e potrà essere ospitata gratuitamente dagli istituti interessati.

La conferenza in dettaglio: Sabato 20 Maggio, ore 11.00

Nei giorni della fiera si terrà, all’interno dello spazio espositivo, una conferenza sulla storia dell’industria bresciana con Marcello Zane.

Di seguito alcune note del giornalista bresciano sull’argomento dell’incontro:

La storia industriale bresciana si avvia nell’Ottocento con numeri d’eccezione: gli opifici passano da 1.300 circa nel 1890 ai 2.070 di sette anni dopo, sino al numero di 3.100 segnalati nell’anno 1903. Sono, questi ultimi luoghi di lavoro, pari al 18% degli opifici lombardi. Ne derivano alcune indicazioni: le industrie sono piccole, gli occupati non troppo numerosi (in città gli addetti all’agricoltura restano superiori al secondario sino al 1916). Oggi le imprese manifatturiere sono 14.000, rappresentano il 18% del panorama lombardo. La medesima percentuale di oltre un secolo fa, ma nel mezzo si sono susseguite storie straordinarie di imprenditori; innovazioni di processo che hanno portato a macchinari mai visti prima e prodotti dal design vincente; distretti e nicchie di rilievo a livello mondiale; ostacoli superati e traguardi raggiunti nel nome del progresso e dell’intrapresa: storie emozionanti, tutte da raccontare“.

Il relatore: Marcello Zane.

Giornalista bresciano, autore, professore universitario bresciano e ricercatore per diverse realtà nazionali ed internazionali, tra cui la Fondazione Musil – Museo dell’Industria e del Lavoro. Autore di volumi e saggi relativi alla formazione dell’identità delle comunità in rapporto alla modernizzazione economica nell’Otto e Novecento e alla storia di imprese ed aziende.

Alcune immagini della mostra in anteprima

Breno, stabilimento siderurgico Tassara, 1920 circa.

Il grande forno elettrico tipo Stassano – Herault è stato appena installato per la produzione di ghisa dalle ceneri di pirite a bassissimo tenore di fosforo e zolfo: prodromi di un settore portante dell’economia bresciana.

Reparto fonderia del gruppo Franchi-Gregorini, stabilimento in città.

Nell’immediato primo dopoguerra si producono nuovi oggetti, comprese le forme di ghiere e scolatori per l’arredo e la funzionalità di piazze e giardini.

La linea di lavorazione della sezione lastratura dei modelli di automezzi tipo “Leoncino M4 – IV serie” all’interno dello stabilimento O.M. di Brescia, 1965.

Si sperimentano a Brescia le indicazioni delle nuove modalità produttive che porteranno, attraverso varie evoluzioni, all’attuale Industria 4.0.

Ditta Tubi Togni di Brescia.

Costruire macchinari per far funzionare l’industria. Nella immagine della ditta Tubi Togni di Brescia fra le due guerre esce un forno a calce per zuccherifici. Gigantismo di prodotti per l’avvio del gigantismo industriale.

Gli automezzi e i macchinari storici in esposizione.

Tra le iniziative per ripercorrere la storia della cultura industriale bresciana anche l’esposizione di una selezione di automezzi e macchinari storici di diverse aziende del territorio.

IL TIGRE DI OM

La OM (Officine Meccaniche) decise nel 1958 di ampliare la sua gamma di autocarri dotati di nomi “zoologici” con il Tigre, un autocarro medio che rimase in produzione fino al 1972.

Con motore a quattro cilindri a quattro tempi, cilindrata di 6870 cc e potenza max. di 120 CV, il Tigre arrivava a viaggiare a 65 km/h.

Per un peso di 12.120 kg aveva una portata utile di 7049 kg.

OM 665 SSMM

Nel 1929 la Om lancia sul mercato la 665 SSMM, una spider elegante a due porte che poteva raggiungere i 150 km/h. Con la sua lunghezza di 4.000 mm e la larghezza di 1.550 mm era un vero e proprio gioiello per gli amanti della velocità e del design.

Motore anteriore e longitudinale di 6 cilindri in linea e cilindrata 2350 cm3. Aveva una potenza di 95 CV a 4200 giri/min.
La capacità del serbatoio era di 90 litri e il consumo medio 15 litri/100 Km

LA MACCHINA A TRE MANDRINI PORTACENTER

Nel 1958 Porta Solutions, azienda di Villa Carcina nel Bresciano e pioniera nella costruzione di centri di lavoro CNC a 3 mandrini, realizzò la sua prima macchina per automatizzare i processi per la coltelleria e rubinetteria, aumentandone drasticamente produttività e qualità. 

La prima macchina è inserita nel settore coltelleria, in particolare sui manici dei coltelli da cucina che vengono fresati e forati. La macchina ha un funzionamento idraulico anziché meccanico/pneumatico ma la vera unicità sta nei 3 mandrini indipendenti che hanno permesso di far fronte alla richiesta del mercato di alta produttività del tempo. Come? Permettendo di racchiudere la funzionalità di tre macchine in una.

Negli anni la famiglia Porta continua lo sviluppo tecnologico della macchina riuscendo a raggiungere un taglio del consumo energetico, minore manodopera, riduzione dello spazio occupato e di conseguenza un sono in grado di mantenere un prezzo basso per pezzo.

Nel 2017, Porta Solutions decide di restaurare la macchina che dal 1958 era ancora in uso, andando a integrare nuovi strumenti e tecnologie per renderla ancora più funzionale e ottimale.

Questa versione della Portacenter verrà esposta in Fiera per poter essere ammirata e conosciuta dal pubblico.

Ad oggi, Porta Solutions ha modernizzato ulteriormente la macchina ed è la prima a produrre in serie il Portacenter, centro di lavoro a tre mandrini indipendenti.

TORNIO PARALLELO BERARDI

Concesso in esposizione da EURO MACHINE TOOLS di Montichiari (BS)

Tornio parallelo di costruzione BERARDI con trasmissione a cinghie in cuoio anni 30 / 40, il motore è del periodo Bellico, trasmissione a cinghia tramite albero e pulegge 4 velocità tramite spostamento cinghia, Originariamente non c’era il motore, e il moto veniva tramite cinghie collegate ad un albero che  trasmetteva il moto a più macchinari.

La struttura di base di un tornio per lavorazioni di metalli è la seguente: vi è (di solito alla sinistra dell’operatore) un complesso costituito da un motore elettrico che, tramite cinghie di trasmissione ed ingranaggi, trasmette il moto di rotazione ad un elemento circolare piatto (platorello o testa motrice) sul quale è installato un mandrino autocentrante, un trascinatore oppure un disco menabrida, destinato a reggere il pezzo da lavorare. Alla destra di questo è fissato un rigido bancale in ferro o ghisa che è provvisto, nella sua parte superiore, di due guide parallele rettificate sulle quali scorrono un carrello su cui è montata la torretta portautensile e un sostegno da contropunta che ha la funzione di sorreggere eventualmente il pezzo in lavorazione (se trattasi di oggetto lungo) o di permettere l’esecuzione di fori assiali. L’applicazione di questi ultimi è molto rapida perché il cilindro reca un innesto a cono (“cono Morse” – dal nome dell’inventore) che ne garantisce la tenuta per attrito.

IL SUONO AUTOMATICO DELLE CAMPANE DI DAN DE ANTONI

La DAN DI DE ANTONI comincia la sua attività a Chiari (BS) negli anni successivi alla prima guerra mondiale. L’azienda nasce come officina meccanica ad opera di Luigi De Antoni, in prosecuzione di una preesistente attività di costruzione di macchine agricole nel Vicentino che affonda le radici nell’800. Una prima significativa svolta avviene all’inizio degli anni ’50, quando nasce la prima apparecchiatura elettrica italiana per il suono automatico delle campane. Durante la seconda guerra mondiale moltissime campane, purtroppo anche antiche, vennero requisite per rifornire l’industria bellica. Negli anni successivi al dopoguerra le campane cominciano a ripopolare i campanili italiani, mentre si muovono i primi passi verso il grande boom dell’industrializzazione: la tecnologia consente ora di sostituire il suono manuale con quello automatico per mezzo di apparecchiature dedicate.

Il boom nel settore campane De Antoni avviene nei successivi anni ’60 con l’elettrificazione di centinaia di campanili in tutto il Nord Italia ed in Svizzera.

All’inizio degli anni ’70 la DAN De Antoni inizia la produzione di macchinari per la pulitura di superfici metalliche e alla fine degli anni ’80 si iniziano ad introdurre robot industriali nei macchinari. Questa diviene in breve tempo la principale attività dell’azienda. Negli anni ’90 la DAN vede accrescere il proprio fatturato in diverse parti del mondo, raggiungendo alla fine del decennio il mercato nordamericano, dove ad oggi trae gran parte delle proprie commesse.

Dagli anni 2000 si affianca la quarta generazione, contando nel 2023 oltre 6.000 unità installate.

LA MACCHINA TRANSFER AUTOMATICA PICCHI

Nel 1958 a Lumezzane (BS), il sig. Gianni Picchi fondò la società dopo aver sviluppato, in segreto per due anni, le nuove macchine di superfinitura che utilizzavano utensili in diamante naturale, rinominate in seguito “diamantatrici per sfere”, che diedero il via alla produzione industriale dei rubinetti a sfera. Nel 1961 poi, spinto dalle richieste delle aziende del territorio, introdusse una prima macchina transfer automatica, che contribuì all’aumento della produttività, necessaria a sostenere la crescita di quel tempo.

a Diamantatrice inventata da Gianni Picchi per sfere fu la prima macchina al mondo creata per la superfinitura delle sfere per valvole.  

Dalla progettazione e fornitura della prima diamantatrice per sfere la Picchi ha fornito più di un migliaio di Macchine, evolvendo il prodotto spesso anticipando le esigenze del mercato, come ad esempio le macchine e le tecnologie per la lavorazione dell’Ottone senza piombo.

La Macchina lavorò particolari di Ottone, dalla messa in servizio nel 1967 fino alla dismissione nel 2016.

Restaurata nel 2017, attualmente la macchina transfert automatica Picchi si trova presso l’esposizione delle macchine storiche Picchi.

La prima Macchina Transfer aveva due stazioni di lavoro, fora e maschia. Ben presto fu aggiunta anche un’unità con recesso meccanico. Il transfer è dotato di sei stazioni di lavoro e di quattro unità operatrici, di cui tre unità che eseguivano operazioni di foratura e una che eseguiva operazioni di filettatura.

Picchi propone una gamma completa di Macchine Transfer e Centri di lavoro Multimandrino (o Multicentro), dotati di automazione integrata, progettati per alti volumi anche con lotti ridotti, in linea con le richieste degli utenti più evoluti.

PRESSA MAICOPRESSE HP2

MAICOPRESSE S.p.A, azienda con sede a Borgosatollo (BS) leader nella costruzione di macchine per la pressofusione di leghe leggere e macchine ad iniezione per materie plastiche realizzò la sua prima macchina per la pressofusione nel 1975: la HP 2.
I fondatori Mario Busi e Mario Spotti, accumunati dalla passione per le presse diedero vita ad una piccola azienda. Inizialmente specializzata nell’attività di revisione di presse ed assistenza tecnica Maicopresse fece ben presto il salto che definirà il proprio core business: ovvero la produzione di presse.


Nel corso degli anni le innovazioni e le migliorie tecnologiche non sono mancate, dalla progettazione di nuovi modelli di macchine per far fronte alle esigenze di mercato all’ingegnerizzazione di nuovi sistemi (alcuni dei quali coperti tutt’ora da brevetti) per migliorare le performance e la sicurezza delle macchine.

Tra queste: la ginocchiera esterna brevettata, il compensatore di azoto, il sistema bloccaggio rapido stampi “SIBLOC” e la tecnologia inverter.
La continua innovazione ha inoltre portato alla realizzazione delle macchine serie “HYBRID”, che consente un risparmio energetico sino al 60%; l’eliminazione dell’acqua di raffreddamento, la riduzione dell’utilizzo del fluido idraulico ed un’elevata produttività e velocità.

Parlano gli organizzatori.

Gli organizzatori, Carlo Miotto e Silvano Monteverdi, Top Eventi: “Se Brescia è ad oggi una provincia altamente sviluppata e super industrializzata, con una posizione di rilievo nel panorama nazionale ed internazionale, questo è dovuto alle sue radici e al continuo impegno che le maestranze hanno profuso nel loro lavoro. Ci è sembrato doveroso dare nel nostro piccolo risalto ai principali fattori che hanno consentito l’evoluzione della cultura industriale nella nostra provincia, che è indissolubilmente legata alla storia degli imprenditori bresciani, dei lavoratori e delle loro famiglie. Essendo BIE l’unica manifestazione fieristica di Brescia nel settore industriale abbiamo ritenuto doveroso dare un contributo focalizzato sulla cultura di questo settore”.

Per le aziende interessate ad entrare a far parte di questa importante edizione di BIE sul sito della manifestazione www.fierabie.com/it tutta la documentazione per partecipare come Espositori o nell’Area Microimprese.

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