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Hanno sfilato ieri  davanti alla sede del Consiglio Europeo e al Berlaymont Building, sede dell’ufficio del presidente della Commissione e del Collegio dei Commissari, i siderurgici di 19 paesi europei. Imprenditori, manager, lavoratori e delegati sindacali, guidati da Eurofer, sono scesi in piazza per chiedere alle istituzioni comunitarie di impedire l’accesso al mercato europeo all’acciao cinese venduto sotto costo ed  evitare di riconoscere uno stato di economia al paese asiatico.

Una lotta impari, che vede la Cina guadagnare quote di mercato e minare la libera concorrenza, forte di prezzi bassi e dell’esportazione della propria sovraccapacità in un mercato senza barriere commerciali, oltre al fatto di non seguire le norme ambientali alle quali invece si deve attenere il marcato europeo. Basti pensare che il manifatturiero cinese, all’80% basato sul carbone, è molto più dannoso per l’ambiente delle produzioni europee (28%). Rimpiazzare l’acciaio europeo con quello cinese arrecherebbe un danno considerevole dovuto ad un aumento del 43% delle emissioni di CO2.

I sindacati chiedono al governo di riconvocare urgentemente un tavolo nazionale dell’acciaio e dell’alluminio per affrontare la crisi del settore.

 

Scopri le aziende bresciane che hanno partecipato alla protesta:
Brescia, marcia a Bruxelles per difendere la siderurgia” di Roberto Ragazzi, Giornale di Brescia, 16.02.2016

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