Incremento dell’export del 4% per le industrie manifatturiere bresciane, ben al di sopra della media nazionale (2,9%), è quanto emerge da un articolo del Corriere della Sera dell’11 Luglio 2015 basato sullo studio dell’Istituto Prometeia, in collaborazione con il centro studi AIB e Ubi Banca. L’obiettivo è quello di lavorare per raggiungere nei prossimi cinque anni il migliore scenario di crescita ed internazionalizzazione (lo “scatto”). Brescia si afferma come la prima provincia italiana per valore aggiunto con 13.008 aziende nel manifatturiero, 143mila addetti e 34miliardi di fatturato. Interessanti anche gli investimenti diretti all’estero: 297 sono le aziende bresciane con sedi produttive all’estero e 418 quelle con affiliate commercaiali.
Tra i settori maggiormente internazionalizzati vi sono automotive e l’elettro-meccanica. Tra quelli che presentano tendenze migliori rispetto alle proiezioni, vi sono in particolare automotive, agroalimentare, seguiti da gomma-plastica, meccanica e metalli, che si collocano ad un livello intermedio.
“Per competere in un mercato globale le nostre imprese devono puntare su innovazione ed internazionalizzazione” afferma Paolo Streparava, Vice-Presidente AIB. All’interno di uno scenario fatto principalmente di piccole e medie imprese, che da sole non riescono ad andare all’estero, e per guardare oltre confine bisogna dunque “crescere ed aggregarsi“.
Tratto da Pagina 8 (11 luglio 2015) – Corriere della Sera – Bacca Davide
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