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Entro il 2020 i robot saranno i migliori amici dell’uomo. O i suoi peggiori nemici, dipende dai punti di vista. Oltre a badare alla casa, a fornire assistenza agli anziani e a lavorare negli ospedali, faranno anche da consulenti finanziari, siederanno nei cda delle grandi aziende e verranno impiegati per svolgere attività di routine nella pubblica amministrazione. Risultato: si mangeranno 5 milioni di posti di lavoro. È quanto emerge dal rapporto “The future of jobs” presentato al World Economic Forum di Davos, stando al quale il mercato della robotica conoscerà a breve un boom senza precedenti, un po’ come è successo al settore dell’informatica negli anni Novanta.

IL MERCATO
Il valore complessivo del mercato dei robot raggiungerà tra quattro anni quota 151,7 miliardi di dollari. Oggi vale circa 27 miliardi di dollari, contro i 7,4 del 2000 e i 10,8 del 2005. A fare da traino sarà la Cina, dove il rapporto tra macchine e dipendenti è destinato a crescere a dismisura: nel Paese asiatico la densità robotica è dieci volte inferiore a quella della Germania, ma nei prossimi due anni i robot raddoppieranno. In pole position anche l’Italia, tra i primi Paesi al mondo nella produzione di robotica industriale. Come detto però un po’ di preoccupazione c’è. Nel Belpaese i robot cancelleranno 200 mila posti di lavoro. In Francia ne spariranno circa 400 mila, in Germania 600 mila. Secondo il rapporto presentato al World Economic Forum di Davos, con l’aumento dei robot in circolazione due terzi dei potenziali posti di lavoro andranno perduti nel settore amministrativo, dove macchine sempre più smart svolgeranno le attività di routine.

L’avanzare della robotica e dell’intelligenza artificiale avrà un impatto notevole anche nel settore energetico. Pure il mondo della finanza dovrà adeguarsi. Dopo i robo-consulenti che analizzano gli investimenti e usano algoritmi per creare portafogli personalizzati (alla fine del 2014 i robot già gestivano 19 miliardi di dollari), arriveranno anche i consiglieri di amministrazione robotici. Il primo robot a sedere in un consiglio di amministrazione è stato Vital, acronimo di Validating Investment Tool for Advancing Life Sciences, che nel 2014 è entrato a far parte del cda della Deep Knowledge Ventures di Hong Kong. Vital è stato impiegato tra le altre cose per analizzare gli aspetti che riguardano i rischi e le aree di investimento dei progetti.

 

Fonte: “I grandi della terra a Davos: ricerca e robotica, nuova rivoluzione” di di Francesco Bisozzi, Il Messaggero

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