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In controtendenza con l’informazione attuale, “Linkiesta” ha pubblicato oggi un approfondimento sulla svolta politico-industriale che la Cina sta attraversando, interpretata da molti “erroneamente” come la fine della corsa del Dragone. C’è chi invece, soprattutto fuori dall’Italia, interpreta questa fase come una svolta che la proietta verso l’avanguardia. Grandi riforme, un’economia più sostenibile che guardi alla qualità, incremento dei settori dei servizi ed intrattenimento, la formazione della più grande classe media al mondo, sono solo alcuni dei cambiamenti che la Cina si appresta ad affrontare.

E questo potrebbe comportare grandi opportunità specie per le aziende italiane ed europee che hanno il know-how per risolvere i problemi, ma non sempre i soldi per farlo, mentre la Cina possiede capitali e ora si trova costretta al cambiamento con l’esigenza di stringere alleanze e nuove collaborazioni, fondersi con gruppi stranieri che possano crescere insieme in singergia.

In Cina l’economia è costituita da diverse sub-aree di settore, ognuna delle quali di enormi, con più di un trilione di dollari in termini di dimensioni. Alcuni settori sono in piena espansione, altri in declino. Alcuni sono competitivi a livello globale, altri adatti per la rottamazione ed è proprio questa la “rivoluzione silenziosa” quella in atto in una Cina comunque in trasformazione. Una rivoluzione ricca di sfide in corso, di investimenti in innovazione e investimenti sulle nuove tecnologie che se ben gestita dal governo cinese sarà da chiave per attraversare questo nuovo “spartiacque entropico” che ci fa ben sperare.

Si sta aprendo una fase importante: di una Cina che matura e che vuole potersi confrontare con il mercato globale, mutando ancora una volta il proprio sistema produttivo.

Questi fattori dovrebbero essere ben presenti e chiari anche in Italia e per la nostra economia e le nostre aziende, parte del mondo avanzato già si è mosso e continua a muoversi intelligentemente. Se si pensa di far riprendere la nostra economia senza una strategia che consideri le opportunità ancora ben presenti in Cina, sarà ben difficile trovare alternative simili altrove. Gli Stati Uniti sono un mercato maturo e che richiede comunque investimenti ingenti per entrarci, l’Africa è ancora troppo lontana dal dare numeri interessanti, anche se dovremmo iniziare anche qui a impegnarci di più.

La Cina è ancora in molti ambiti un foglio bianco su cui scrivere, con una fame di tecnologia e di innovazione senza precedenti. Se guardiamo, per esempio, al solo e-commerce che è alla portata anche delle piccole e medie aziende, questo toccherà presto il trilione di dollari all’anno.

Esistono opportunità in molti settori come quello della sanità e dei servizi avanzati, del turismo, nel food processing, nelle tecnologie avanzate di bonifica ambientale, nei sistemi per l’edilizia sostenibile, nella robotica e automazione, e lo sviluppo delle nanotecnologie troverà molte applicazioni innovative proprio in Cina.

Tutti settori dove noi siamo dotati di alte competenze ed expertise.

 

Tratto da: Dove sta andando la Cina, Linkiesta

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